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Ritmi e vita quotidiana negli anziani: elogio della lentezza

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I ritmi frenetici dei giorni nostri e con le giornate da 24 ore che non bastano più, ci si chiede spesso come possano fare gli anziani a vivere una vita così lenta e senza quella frenesia che accompagna oggi la fascia di adulti lavoratori. Molto spesso ci dimentichiamo che le persone anziane, molto prima della nascita dei propri figli e nipoti, hanno passato anni interi a lavorare e a seguire gli stessi ritmi che, seppur non così tanto frenetici come gli ultimi anni, le persone di oggi vivono normalmente.

La velocità e la quantità delle informazioni che si accumulano, che cambiano che si alternano in continuazione non hanno uguali nella storia dell’uomo.

La mia amica psicologa e psicoterapeuta Sabrina Ciccarelli mi ha ricordato che in definitiva il cervello degli umani non è molto cambiato da quello degli uomini primitivi. Per quanto il cervello possa essere considerato uno strumento meraviglioso (e spesso sottoutilizzato) è comunque un cervello molto simile a quello degli uomini della preistoria. Un cervello che andava bene per l’elaborazione di un certo tipo di problemi. Tecnologia e complessità delle società umane si sono evolute più rapidamente della biologia e complessità del cervello umano.

Per questo possiamo dire che i primi a soffrire di un certo stress sono proprio gli anziani che per naturali motivi biologici tendono a rallentare tutti i loro processi: sia fisici che psicologici.

Per questo quando si parla con un anziano o bisogna assisterlo, soprattutto, ci si rende conto di quanto siano lenti e statici i loro ritmi.

Un anziano indubbiamente impiega più tempo di un adulto in età matura per fare piccole cose anche molto semplici.

I giovani perdono la pazienza di fronte alla lentezza degli anziani quando si devono occupare di loro. Niente di più sbagliato!

Come già ribadito più volte negli articoli di questo blog: gli anziani vanno tutelati e rispettati, non fosse altro che per rispetto della loro stessa esistenza. Gli anziani sono le fondamenta della storia di ciascuno di noi. Ci rendendo ciò che siamo.

Piuttosto bisognerebbe chiedersi: come mai le persone della terza età sembrano essere così lente e con uno stile di vita apparentemente pigro. Ci sono diverse motivazioni al riguardo che vengono elencati qui di seguito nell'articolo.

Anziani lenti: non solo stanchezza e vecchiaia

Fatica nei movimenti, lentezza nella comunicazione e nelle semplici attività quotidiane. Tutti questi fattori, però, non sempre sono legati semplicemente all'età che avanza, il rallentamento dei ritmi metabolici.

Sono molte le cause che della vecchiaia che si ripercuotono sull'organismo. Molto spesso, gli anziani particolarmente lenti (e fragili) che presentano queste difficoltà sono affetti da patologie che causano anche evidenti deficit cognitivi e motori.

Secondo quanto riportato dagli studi effettuati dall'Istat, in Italia, che peraltro è uno dei paesi più anziani del mondo subito dopo il Giappone, presenta un'elevata percentuale di persone anziane con limitazioni e ritmi rallentati della vita quotidiana, pari a circa il 43% delle persone di terza età over 70.

Ad influire negativamente sui ritmi e le condizioni quotidiane degli anziani possono esserci:

  • Demenza
    • La demenza è una patologia che altera le funzioni cognitive dell'anziano che ne è affetto, provocando perdite di memoria e, nei casi più gravi, l'Alzheimer. Un anziano affetto da demenza presenta una maggiore difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane.
  • Parkinson
    • La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che peggiora con il passare del tempo, compromettendo le abilità motorie e di movimento nei soggetti anziani colpiti. Una persona anziana affetta da Parkinson presenterà movimenti molto lenti e difficoltà nelle piccole attività di tutti i giorni.

Tutti gli anziani, quindi, presentano un rallentamento nelle proprie vite quotidiane, impiegandoci molto più tempo per svolgere piccole mansioni o semplicemente per formulare un discorso completo.

Per quanto riguarda le difficoltà di movimento, oltre a quelle legate al Parkinson, ci sono problemi fisici che possono influire sull'autonomia dell'anziano, come i problemi di artrosi per la quale tutti quanti sono esposti in vecchiaia. L'artrosi, cadute e interventi per inserire protesi, condizionano notevolmente le capacità motorie della persona anziana, riducendo la velocità di andamento. Altro aspetto fondamentale da tenere a mente è la perdita di sicurezza nel camminare in tutte le persone di terza età che hanno subito una caduta. Tutti i soggetti anziani che sono caduti e hanno subito fratture più o meno gravi, presentano una maggiore insicurezza nei movimenti, rendendoli ulteriormente più lenti e poco attivi.

I comportamenti da adottare con l'anziano

Niente sbuffi, occhi al cielo e nervosismo: con le persone anziane bisogna avere molta, molta pazienza. Non c'è nessuno che corre dietro a qualcuno, quindi perché avere fretta durante una conversazione piacevole con una persona di terza età? Gli anziani hanno i propri ritmi tranquilli, con la possibilità di godersi a pieno le giornate senza dover per forza guardare l'ora ogni due minuti con la paura costante di non riuscire a finire qualcosa per il tempo prestabilito. Dopo una vita di lavoro e sacrifici, vivere le giornate con estrema calma e tranquillità è tutto ciò che le persone desiderano.

Quando si ha a che fare con una persona anziana o, in caso di familiari o badanti, bisogna passare insieme le giornate assistendola, la pazienza molte volte viene a mancare a causa degli interminabili tempi lunghi che l'anziano necessita per dialogare o per compiere il gesto più piccolo e insignificante. Come bisogna comportarsi in questi casi? Semplice, basterà avere pazienza e apprezzare ogni momento passato in compagnia dell'anziano senza soffermarsi sui lunghi tempi richiesti per comunicare o muoversi.

Parliamoci chiaro ascoltare le storie (anche ripetute più volte) degli anziani è un’opportunità per concedersi qualche ora in completa tranquillità.

Se l’obiettivo è valorizzare il presente (proprio ed egli anziani) migliorando la qualità della vita allora diventa inutile inseguire con ansia il “tutto e subito”. Ascoltare, aspettare, pazientare e trascorrere del tempo con una persona anziana apprezzandone i suoi lenti ritmi è un’occasione di migliorare sé stessi e la vita degli altri.

Consentire all'anziano di svolgere le proprie attività quotidiane lasciando intatta la propria routine senza pressioni, gli consentirà di soddisfare a pieno i propri bisogni e di aumentare la qualità della vita.

La famiglia, anche questa volta, svolge un ruolo fondamentale per il benessere della persona anziana, in quanto rispecchia un nucleo nella quale si può sentire protetto e non giudicato per i ritmi lenti e le difficoltà presenti nello svolgere semplici attività quotidiane.

Venerdì, 25 Dicembre 2020